Viene dunque naturale chiedersi cosa accade su altri anelli commutativi: ad esempio, su \mathbb{R} un elemento è somma di quadrati se e solo se è non negativo.
Un caso particolarmente interessante è quello dei campi finiti \mathbb{F}_q, dove q è la potenza di un primo. In tal caso si ha infatti a disposizione il seguente importante risultato, vedi [2, Chapter I, Corollary 2]:
Teorema 1 (Chevalley). Ogni forma quadratica in tre variabili su un campo finito \mathbb{F}_q ha almeno uno zero non banale.In termini geometrici, ciò può esprimersi dicendo che ogni conica proiettiva su \mathbb{F}_q ha un punto razionale (cioè, un punto a coordinate nel campo di definizione) e quindi, tramite proiezione stereografica da tale punto, essa è isomorfa alla retta proiettiva su \mathbb{F}_q.
Si noti che vi sono campi infiniti in cui esistono coniche proiettive senza alcun punto razionale; ad esempio la conica X^2+Y^2 -3Z^2=0 non ha punti definiti su \mathbb{Q}: ciò segue dal fatto che l’equazione diofantea deomogeneizzata x^2+y^2-3=0 non ha soluzioni in numeri razionali, vedi ad esempio [3].
Come corollario del Teorema di Chevalley, otteniamo un sorprendente risultato sulla rappresentabilità di ogni elemento di \mathbb{F}_q come somma di quadrati. Nel seguito, diremo che una forma quadratica Q su un \mathbb{F}_q-spazio vettoriale V “rappresenta a \in \mathbb{F}_q” se esiste un vettore non nullo v \in V tale che Q(v)=a.
Teorema 2. Ogni elemento del campo finito \mathbb{F}_q si esprime come somma di due quadrati in \mathbb{F}_q.Dimostrazione. Fissato a \in \mathbb{F}_q, si consideri la forma quadratica X^2+Y^2-aZ^2. Per il Teorema di Chevalley, essa ha uno zero non banale (X_0, \, Y_0, \, Z_0).
Se Z_0=0, allora Q(X, \, Y)=X^2+Y^2 ha uno zero non banale (X_0, \, Y_0) e, per risultati generali sulle forme quadratiche che ammettono vettori isotropi non nulli, segue che Q rappresenta ogni elemento di \mathbb{F}_q, vedi [2, Chapter IV, Corollary to Proposition 3]. In particolare, essa rappresenta a e abbiamo finito. Se invece Z_0 \neq 0 allora, posto u=X_0/Z_0 e v=Y_0/Z_0, otteniamo u^2+v^2=a e possiamo di nuovo concludere.
\Box
È interessante notare che è possibile dare una semplice dimostrazione del Teorema 2 che non dipende dal Teorema 1, e che sfrutta invece il seguente argomento combinatorio.
Supponiamo allora \mathrm{char}(\mathbb{F}_q) dispari, nel qual caso i quadrati non-nulli di \mathbb{F}_q formano un sottogruppo di indice 2 del gruppo moltiplicativo (\mathbb{F}_q)^*, più precisamente essi sono il nucleo dell'omomorfismo x \mapsto x^{(q-1)/2}, che assume valori in \{1, \, -1\}, vedi [2, Chapter I, Thm. 4].
Pertanto, il sottoinsieme S di tutti i quadrati di \mathbb{F}_q consiste di (q+1)/2 elementi e, quindi, lo stesso vale per il suo traslato a-S. Siccome \mathbb{F}_q possiede q elementi, per il principio dei cassetti deve esistere uno di essi contenuto nell’intersezione S \cap (a-S), cioè esistono x, \, y \in \mathbb{F}_q tali che x^2=a-y^2, come volevamo.
Il riferimento bibliografico [2] è un grande classico, una lettura obbligata per chiunque sia interessato alla Teoria dei Numeri. Lo stile di J. P. Serre è, come sempre, preciso, conciso, dritto al punto: niente fronzoli, solo splendida Matematica.
Il titolo originale "Cours d'Arithmétique" viene dal fatto che, in francese, "Arithmétique" vuol dire sia "Aritmetica Elementare" che "Teoria dei Numeri", il che a volte è fonte di equivoci. Parecchi anni fa ero in metropolitana a Parigi e per qualche motivo lo stavo consultando, quando, ad un certo punto, una vecchina seduta di fianco a me indicò la copertina e, guardandomi fisso, mi disse "C'est très bien que, meme à votre âge, vous souhaitiez apprendre les choses de base!".
Riferimenti.
[2] J. P. Serre: A course in Arithmetic, GTM 7, Springer 1973
[3] https://math.stackexchange.com/questions/2483195/proof-that-x2-y2-3-has-no-rational-solutions