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21 giugno 2019

Campi finiti e somma di quadrati

Una conseguenza del noto teorema di Fermat è che un numero intero può essere rappresentato come somma di due quadrati se e solo se esso è non negativo e non contiene nella sua fattorizzazione alcun primo congruente a 3 modulo 4 elevato ad una potenza dispari [1].

Viene dunque naturale chiedersi cosa accade su altri anelli commutativi: ad esempio, su \mathbb{R} un elemento è somma di quadrati se e solo se è non negativo.

Un caso particolarmente interessante è quello dei campi finiti \mathbb{F}_q, dove q è la potenza di un primo. In tal caso si ha infatti a disposizione il seguente importante risultato, vedi [2, Chapter I, Corollary 2]:
Teorema 1 (Chevalley). Ogni forma quadratica in tre variabili su un campo finito \mathbb{F}_q ha almeno uno zero non banale. 
In termini geometrici, ciò può esprimersi dicendo che ogni conica proiettiva su \mathbb{F}_q ha un punto razionale (cioè, un punto a coordinate nel campo di definizione) e quindi, tramite proiezione stereografica da tale punto, essa è isomorfa alla retta proiettiva su \mathbb{F}_q.

Si noti che vi sono campi infiniti in cui esistono coniche proiettive senza alcun punto razionale; ad esempio la conica X^2+Y^2 -3Z^2=0 non ha punti definiti su \mathbb{Q}: ciò segue dal fatto che l’equazione diofantea deomogeneizzata x^2+y^2-3=0 non ha soluzioni in numeri razionali, vedi ad esempio [3].

Come corollario del Teorema di Chevalley, otteniamo un sorprendente risultato sulla rappresentabilità di ogni elemento di \mathbb{F}_q come somma di quadrati. Nel seguito, diremo che una forma quadratica Q su un \mathbb{F}_q-spazio vettoriale V “rappresenta a \in \mathbb{F}_q” se esiste un vettore non nullo v \in V tale che Q(v)=a.
Teorema 2. Ogni elemento del campo finito \mathbb{F}_q si esprime come somma di due quadrati in \mathbb{F}_q.
Dimostrazione. Fissato a \in \mathbb{F}_q, si consideri la forma quadratica X^2+Y^2-aZ^2. Per il Teorema di Chevalley, essa ha uno zero non banale (X_0, \, Y_0, \, Z_0).

Se Z_0=0, allora Q(X, \, Y)=X^2+Y^2 ha uno zero non banale (X_0, \, Y_0) e, per risultati generali sulle forme quadratiche che ammettono vettori isotropi non nulli, segue che Q rappresenta ogni elemento di \mathbb{F}_q, vedi [2, Chapter IV, Corollary to Proposition 3]. In particolare, essa rappresenta a e  abbiamo finito. Se invece Z_0 \neq 0 allora, posto u=X_0/Z_0 e v=Y_0/Z_0, otteniamo u^2+v^2=a e possiamo di nuovo concludere.
                                                                                                                                                 \Box

È interessante notare che è possibile dare una semplice dimostrazione del Teorema 2 che non dipende dal Teorema 1, e che sfrutta invece il seguente argomento combinatorio. 

Se \mathrm{char}(\mathbb{F}_q)=2, allora x^2+y^2=(x+y)^2, dunque a è somma di quadrati in \mathbb{F}_2 se e solo se è esso stesso un quadrato, e ciò è sempre vero dato che in caratteristica 2 la mappa x \mapsto x^2 è l’endomorfismo di Frobenius, che è suriettivo.

Supponiamo allora \mathrm{char}(\mathbb{F}_q) dispari, nel qual caso i quadrati non-nulli di \mathbb{F}_q formano un sottogruppo di indice 2 del gruppo moltiplicativo (\mathbb{F}_q)^*, più precisamente essi sono il nucleo dell'omomorfismo x \mapsto x^{(q-1)/2}, che assume valori in \{1, \, -1\}, vedi [2, Chapter I, Thm. 4].

Pertanto, il sottoinsieme S di tutti i quadrati di \mathbb{F}_q consiste di (q+1)/2 elementi e, quindi, lo stesso vale per il suo traslato a-S. Siccome \mathbb{F}_q possiede q elementi, per il principio dei cassetti deve esistere uno di essi contenuto nell’intersezione S \cap (a-S), cioè esistono x, \, y \in \mathbb{F}_q tali che x^2=a-y^2, come volevamo.

Il riferimento bibliografico [2] è un grande classico, una lettura obbligata per chiunque sia interessato alla Teoria dei Numeri. Lo stile di J. P. Serre è, come sempre, preciso, conciso, dritto al punto: niente fronzoli, solo splendida Matematica. 

Il titolo originale "Cours d'Arithmétique" viene dal fatto che, in francese, "Arithmétique" vuol dire sia "Aritmetica Elementare" che "Teoria dei Numeri", il che a volte è fonte di equivoci.  Parecchi anni fa ero in metropolitana a Parigi e per qualche motivo lo stavo consultando, quando, ad un certo punto, una vecchina seduta di fianco a me indicò la copertina e, guardandomi fisso, mi disse "C'est très bien que, meme à votre âge, vous souhaitiez apprendre les choses de base!".

Riferimenti.

[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Sum_of_two_squares_theorem
[2] J. P. Serre: A course in Arithmetic, GTM 7, Springer 1973
[3] https://math.stackexchange.com/questions/2483195/proof-that-x2-y2-3-has-no-rational-solutions

04 giugno 2019

Terne pitagoriche monocromatiche e meccanizzazione della Matematica

Un famoso problema, posto da R. Graham, chiedeva se sia possibile colorare gli interi positivi con due colori (ad esempio, rosso e blu), in modo tale che non esista alcuna terna pitagorica monocromatica, cioè, nessuna tripla a, \,b, \, c di interi dello stesso colore e tali che a^2+b^2=c^2.

Nel 2016, la questione venne risolta in senso negativo da tre informatici, M. Heule, O. Pullman e V. Marek, i quali dimostrarono il seguente risultato [HPM16]:
Teorema. Esiste una bi-colorazione di \{1, \ldots, 7824\} che non contiene nessuna terna pitagorica monocromatica. Invece, non esiste nessuna tale bi-colorazione per \{1, \ldots, 7825\}.
La dimostrazione di questo enunciato è stata ottenuta utilizzando in modo essenziale il calcolatore. Più precisamente, i tre autori hanno costruito, per ogni n, una formula preposizionale che descrive una bi-colorazione di \{1, \ldots, n\} senza terne pitagoriche monocromatiche. Successivamente, hanno implementato questa formula in un software specificamente progettato per la Logica Matematica (‘’SAT solver’’), cercando soluzioni per specifici valori di n.

Per n=7824 la ricerca è stata coronata da successo, e il software ha fornito una bi-colorazione esplicita che risolve il problema. Per n=7825, invece, nessuna tale colorazione è stata trovata.

Ovviamente, nel caso “negativo”, è rischioso accettare il responso del computer come una dimostrazione rigorosa della non-esistenza di una soluzione. Infatti, bisogna innanzitutto essere sicuri che l’algoritmo sia corretto ed esaustivo e che la macchina funzioni perfettamente; inoltre, molti matematici non sono pronti a considerare come soddisfacente una dimostrazione di impossibilità che non possa essere verificata “a mano’’ (si ricordi il famoso caso del Teorema dei Quattro Colori).

Heule, Pullman e Marek hanno dunque deciso di codificare la dimostrazione per mezzo di un procedimento di “validazione formale del risultato”, che ha prodotto un certificato di 68 gigabyte, che che è stato reso pubblicamente disponibile e contiene abbastanza informazioni per permettere a chiunque (almeno in linea di principio) di riprodurre la dimostrazione.

Questo esempio mostra che siamo arrivati ad un punto nel quale le dimostrazioni “computer assisted” cominciano a diventare essenziali in Matematica, facendoci riconsiderare (almeno in alcuni casi) il nostro concetto di “dimostrazione rigorosa”. Tutto ciò apre scenari affascinanti, e per certi versi inquietanti, sulla “meccanizzazione della Matematica”, che sarebbe troppo lungo considerare qui; il lettore interessato può leggere ad esempio [Av18].

Riferimenti.

[HPM16] M. Heule, O. Pullman e V. Marek: Solving and verifying the Boolean Pythagorean Triples via Cube-an-Conquerer, arXiv:1605.00723.
[AV18] J. Avigad: The Mechanization of Mathematics, Notices AMS 65, number 6 (2018).