29 febbraio 2020

Gruppi residualmente finiti


Un gruppo $G$ si dice residualmente finito se, per ogni elemento di $g \in G$ diverso dall'identità, esiste un sottogruppo normale  $N$ di indice finito non contenente $g$. 
Ogni gruppo $G$ può essere reso un gruppo topologico prendendo come base di aperti la famiglia di tutti i sottogruppi normali di indice finito (questa è quella che si chiama  la topologia profinita). La condizione che $G$ sia residualmente finito è equivalente a chiedere che la topologia profinita sia Hausdorff [1].

Tutti i gruppi finiti sono ovviamente residualmente finiti (e la corrispondente topologia profinita è quella discreta). I gruppi liberi sono residualmente finiti [2], così come i gruppi nilpotenti finitamente generati. I gruppi nilpotenti non finitamente generati non sono in genere residualmente finiti: si pensi a $\mathbb{Q}$, che è nilpotente ma non ha alcun quoziente finito non banale (essendo $\mathbb{Q}$ un gruppo divisibile, ogni suo quoziente è ancora divisibile).

Un gruppo $G$ di dice hopfiano se ogni epimorfismo $f \colon G \longrightarrow G$ è un isomorfismo. Un importante risultato dovuto a Malcev afferma che ogni gruppo finitamente generato e residualmente finito è hopfiano [3, p. 307]

Nel 1963 G. Baumslag and D. Solitar [4] costruirono esempi di gruppi finitamente presentati e non hopfiani; per il teorema di Malcev, questi forniscono anche esempi di gruppi finitamente presentati e non residualmente finiti.
Il più semplice di tale esempi si indica in genere con $BS(2, \, 3)$, ed ammette la seguente semplice presentazione con soli due generatori e una relazione  $$BS(2, \, 3)= \left \langle a, b \ | \ b a^2 b^{-1} = a^3 \right \rangle.$$ Agli antipodi dei gruppi residualmente finiti sono quei gruppi che non possiedono quozienti finiti non banali (equivalentemente, la topologia profinita è quella banale). Un esempio, come ricordato sopra, è il gruppo dei razionali $\mathbb{Q}$. Sorprendentemente, esistono anche esempi finitamente presentati. Il primo ad essere scoperto (1951) è il gruppo di Higman [5], generato da quattro element $a, \, b, \, c, \, d$ soggetti alle relazioni $$a^{-1}ba=b^2,\quad b^{-1}cb=c^2,\quad c^{-1}dc=d^2,\quad d^{-1}ad=a^2.$$


Riferimenti

[1] 
https://math.stackexchange.com/questions/2220233/a-group-is-residually-finite-iff-profinite-topology-is-hausdorff

[2] https://mathoverflow.net/questions/20471/why-are-free-groups-residually-finite

[3] W. Magnus: Residually finite groups, Bull. Amer. Math. Soc. 75 (1969)

[4] G. Baumslag, D. Solitar: Some two-generator one-relator non-Hopfian groups, Bulletin of the American Mathematical Society 68 (1962)

[5] G. Higman: A finitely generated infinite simple groupJournal of the London Mathematical Society 26 (1951)

11 febbraio 2020

Foto iconiche: Andrew Wiles

Il 23 giugno 1993, durante l'ultima di tre lezioni tenute al Newton Institute (Cambridge, UK) nel corso del programma "L-functions and Arithmetic", Andrew Wiles annunciava al mondo la sua soluzione della Congettura di Taniyama-Shimura nel caso semistabile e, come corollario, la dimostrazione dell'Ultimo Teorema di Fermat.

Come è ben noto, la dimostrazione conteneva un errore, che venne corretto l'anno successivo dallo stesso Wiles, in collaborazione col suo ex-studente Richard Taylor.


Credits: http://www.newton.ac.uk/about/history

01 febbraio 2020

Matematici in pillole: V. I. Arnold

Il grande matematico russo V. I. Arnold (1937-2010), noto per i suoi fondamentali lavori sulla meccanica hamiltoniana, la geometria simplettica e la teoria delle singolarità, era anche famoso per le sue affermazioni estreme e a volte intenzionalmente provocatorie. Profondamente convinto che le teorie matematiche nascano dagli esempi e non viceversa, era solito criticare aspramente l'impostazione formalista à la Bourbaki.

Anche il suo metodo di insegnamento era peculiare. Docente chiaro e appassionato, aveva l'abitudine di inserire nelle sue dimostrazioni dei piccoli errori che gli studenti dovevano notare e correggere in tempo reale: questo era il suo concetto di "mantenere alta l'attenzione della classe".

Una volta, invitato dal suo collaboratore  Y. Eliashberg a Syktyvkar per tenere delle lezioni sulla stabilità del pendolo inverso,  dimenticò intenzionalmente di mettere il segno meno nella derivata $(\cos x)'=-\sin x$. Nessuno lo corresse, e lui continuò imperterrito a scrivere fino a quando i conti diventarono impossibili, dato che i termini che dovevano cancellarsi non lo facevano. Irritato, pulì la lavagna e ricominciò il calcolo da capo, stavolta senza commettere errori.

Dopo la lezione, Arnold si lamentò con Eliashberg dello scarso livello di preparazione degli studenti di Syktyvkar rispetto ai suoi studenti di Mosca. Il giorno dopo, alcuni studenti andarono da Eliashberg, lamentandosi a loro volta del fatto che un matematico così famoso non sapesse derivare la funzione coseno.

In rete possono essere trovate molte fotografie di Arnold nell'età matura. Per questo post ho scelto l'immagine di un Arnold giovane, che aveva appena risolto il 13mo problema di Hilbert e che, pochi anni dopo, avrebbe messo la sua firma su quei lavori per i quali sarebbe diventato la "A" nella Teoria KAM.

La foto è del 1957,  Arnold aveva 20 anni.

Fonte: 
B. Khesin, S. Tabachnikov (eds.): Memories of Vladimir Arnold, Notices AMS Vol. 59 (4)