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12 luglio 2017

Numeri primi come somma di quadrati

Un classico risultato enunciato da Fermat e dimostrato per la prima volta da Eulero intorno al 1750 afferma che un numero primo dispari si può esprimere (in modo essenzialmente unico) come somma di quadrati se e solo se esso è congruo a 1 (mod 4), cioè se e solo se è della forma 4k+1. Ad esempio 5, 13, 17 si esprimono come somma di quadrati, mentre 3, 7, 11 no.

La dimostrazione originale di Eulero usa la discesa infinita, che è una tecnica per assurdo che usa l'induzione discendente insieme al principio del buon ordinamento per i numeri naturali. Le dimostrazioni moderne riportate sui libri di testo usano invece l'idea di Dedekind di fattorizzare i primi nell'anello euclideo degli interi di Gauss \mathbb{Z}[i], vedi ad esempio la corrispondente pagina Wikipedia.

Infatti, utilizzando il fatto che ogni anello euclideo è un PID, si mostra che un primo p si fattorizza non-banalmente in \mathbb{Z}[i] se e solo se è della forma 4k+1. Siccome N(p)=p^2 e la norma è moltiplicativa, si vede che questa fattorizzazione è necessariamente della forma
\begin{equation*} p=(a+bi)(a-bi), \end{equation*}

da cui dunque p=a^2+b^2.

Si può anche dimostrare che sia i primi della forma 4k+3 che quelli della forma 4k+1 sono infiniti, pertanto esistono infiniti primi non esprimibili come somma di quadrati ed infiniti che lo sono.

L'infinità dei primi del tipo 4k+3 segue facilmente da considerazioni elementari à la Euclide; per quella dei primi del tipo 4k+1 occorre invece usare tecniche più sofisticate, come la teoria dei polinomi ciclotomici.


P. de Fermat (fonte: Wikipedia)

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